Rosaria Archivi - Rosaria Giastin e Cosimo

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10 Ottobre 20230

Dopo una lunga giornata piena di persone nella nostra casa, finalmente la sera mi godevo le mie figlie lasciando tutto; quando si sarebbero addormentate avrei continuato a mettere in ordine la cucina. Mentre parlavo con Rosaria della giornata trascorsa e di quanti nuovi giovani erano arrivati quel giorno le dissi: “Ma che hai la calamita? Tutti qua arrivano?” e lei: “Mamma mica sono io, loro vengono inizialmente per curiosità ma poi restano, questa è la casa del buon Gesù chi entra non esce più. Mamma vedrai quando non ci sarò più farò più rumore di adesso”.

(dal libro: Rosaria, Giastin e Cosimo Gravina, I tre vulcani della gioia, Edizioni Messaggero Padova)

 


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31 Maggio 20230

“Una delle tante cose che Rosaria ha insegnato a Giastin era l’amore per Gesù crocifisso. Diceva alla sorella che bisognava fare compagnia a Gesù e farlo ridere, perchè le persone vanno da Lui solo per piangere e chiedere; così lei gli raccontava le barzellette, gli leggeva un libro delle filastrocche, faceva di tutto per far sorridere Gesù.”

(Tratto da libro Rosaria, Giastin e Cosimo Gravina, i tre vulcani della gioia, edizioni messaggero Padova.)


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4 Aprile 20230

Era sempre con la testa fra le nuvole, innamorata di qualcuno o di qualcosa che la faceva sognare. Per lei la cattiveria non esisteva, si fidava ciecamente di tutti e quando le facevo notare delle cose lei mi rispondeva: “Mamma, ma io non lo avevo capito!”. Non lo capiva, non perché era tonta, ma perché aveva un animo buono, in lei non c’era furbizia. Rosaria la grande consigliera di tutti aveva una soluzione per ogni persona. Quando stava male, a chiunque venisse a trovarla, con un grande sorriso, diceva sempre: “Sto bene”. Aveva una forza incredibile, e non solo fisica per sopportare il dolore, perché lei aveva il potere di trasformare il dolore in gioia.

(Tratto dal libro Rosaria, Giastin e Cosimo Gravina, i tre vulcani della gioia.
Edizioni Messaggero Padova)

 


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10 Settembre 20220

Rosaria aveva sempre una festa da organizzare, ci stava sempre qualcuno o qualcosa da festeggiare. “Mamma, domani è il compleanno di P., dobbiamo preparare una torta, tu sai il suo fratellino sta in ospedale e i suoi genitori non possono pensare a farla. Che dici le facciamo una sorpresa?”. Come si faceva a dirle di no? “Mamma vedi che tra qualche giorno è il compleanno di M. che da poco ha perso il suo papà e non credo che la mamma abbia la forza di preparargli una torta. Che ne dici la fai tu? e così via. Ogni motivo era buono per festeggiare. Non lasciava mai nessuno solo, conosceva i problemi di tutti i suoi amici ed era sempre pronta con una parola ma anche con fatti concreti per dire:”Io ci sono per te”. E in questo sapeva coinvolgere tutti, quando pronunciava la frase: “Dai la vita è bella” nessuno poteva dirle che non era così.

(Tratto dal libro: Rosaria, Giastin e Cosimo, i tre vulcani della gioia, edizioni Messaggero Padova)


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30 Luglio 20220

Stavamo facendo colazione, e si parlava del Vangelo che avevamo letto e delle varie religioni del mondo tra cui il Buddismo. Tanto Rosaria quanto Giastin, dissero:”Noi abbiamo Gesù” così per gioco le dissi:”Provate a pensare che arrivate da papà Dio e che lui vi dice:”Puoi tornare sulla terra in forma di animale o insetto, voi cosa scegliereste”. Di rimando mi dissero: “Mamma tu che vorresti essere”? e io risposi “Un delfino, perchè così potrei finalmente nuotare visto che non lo so fare”. Rispose Rosaria:”Mamma io una farfalla, perchè vive 90 giorni così posso subito tornare in cielo e stare con papà Dio, Gesù e la Madonna”. Giastin disse:”io vorrei tornare in forma di aquila, non perchè è rapace e più forte, ma perchè è quello che vola più in alto, così non mi stacco molto dal cielo”. Cosimo aveva pochi mesi e non poteva capire cosa stava succedendo, ma un giorno Giastin racconta a Cosimo di questo gioco che avevamo fatto anni addietro. E lui rispose:”Io voglio essere un uccellino, perchè voglio venire sull’albero che c’è nel nostro giardino per dire ogni giorno ‘buongiorno’ a mamma e papà”. Da quando Rosaria è volata al cielo abbiamo avuto molti segni tramite l’arrivo di una farfalla.

(Tratto dal libro: Rosaria, Giastin e Cosimo, i tre vulcani della gioia, edizioni Messaggero Padova)


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21 Maggio 20220

Rosaria ebbe una delle tante polmoniti che l’hanno accompagnata nella vita, così, con Giuseppe, decidemmo che appena uscita dall’ospedale avrebbe fatto la prima comunione. Come le abbiamo dato questa notizia è rifiorita, ma ci fu fatta una strana richiesta da parte sua, ci disse: “Mamma, papà, io la mia prima comunione voglio farla nella cappella dell’ospedale” e io ho subito risposto:”Rosaria, ci stiamo sempre in ospedale, almeno un giorno di festa andiamo da un’altra parte”, e lei: “Mamma, non ti sei accorta che quando scendiamo in cappella li ci sono solo persone che piangono? Io vorrei donare a Gesù un giorno di gioia e di festa” e così fu. Chiedemmo il permesso al nostro parroco che ci concesse di poterla fare lì. Rosaria non si era sbagliata: fu un grande evento per pazienti, personale e per Gesù. La sera, prima di dormire, disse: “Mamma, sono tanto felice, vorrei che tutti i bambini fossero felici come me, oggi Gesù ha sorriso tanto”.

(Tratto dal libro: Rosaria, Giastin e Cosimo, i tre vulcani della gioia, edizioni Messaggero Padova)

 

 

 


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1 Maggio 20220

Vorremmo però parlare di pace, vivendo in pace. Per costruire la “pace” dobbiamo però sapere cosa sia prima di tutto la pace, come la viviamo con noi stessi, con gli altri e con Dio."


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31 Gennaio 20220

Il 28 febbraio 1980 partorivo il mio primo figlio e tutto doveva essere gioia, ma così non fu: la morte si presentò senza nessun preavviso e quel figlio atteso per 9 mesi nasce morto, il cordone ombelicale gli è stato fatale. Scomparve la gioia dell’attesa, c’erano solo lacrime e rabbia. Si tanta rabbia che non mi faceva vedere più niente di buono. Uscita dall’ospedale incontrai un bambino diversamente abile e dissi a Dio: “Credi che se non me l’avessi dato così, non avrei saputo amarlo?”. Tornata a casa con Giuseppe smontammo la culletta, conservammo il corredino e alla fine ci stringemmo nel nostro amore e ci siamo detti: “BISOGNA RICOMINCIARE, INSIEME CE LA FAREMO”.

Tratto dal libro :
“Rosaria, Giastin e Cosimo Gravina
Tre petali di rose
Tre vulcani testimoni della gioia”


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6 Ottobre 20210

In casa Gravina si organizzavano gruppi di preghiera con i ragazzi per recitare il Santo Rosario.
Un giorno Rosaria chiese a mamma Carolina un secondo Rosario oltre a quello che teneva tra le sue mani, Mamma Carolina vedeva che faceva fatica ad usarne due. Il secondo giorno Rosaria chiese nuovamente il secondo Rosario ed allora mamma Carolina le domandò per quale motivo ne tenesse due dato che faceva già fatica con uno solo, Rosaria rispose: “Non vedi che la mia amica non viene a recitare il rosario? Allora lo recito io per lei” ; Per cui Rosaria recitava un rosario per lei ed uno per la sua amica, ecco perché aveva nelle mani due rosari !
Dopo qualche giorno la sua amica si presentò a casa Gravina per recitare il Santo Rosario…

 


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27 Marzo 20210

“Mamma sono guarita, mi vedi sono guarita!” il suo volto era roseo, gli occhi luminosi, non sapevo cosa stesse succedendo, lei continuava a dire: “sono guarita!” chiamava: “papà, nonna, venite sono guarita, cantate con me il gloria, alleluia, sono guarita!”,