La tempesta

2002 - Olio su tela, 30X40, Verona, Collezione privata
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La tempesta

Title:

Description:

Giastin aveva quindic’anni e si era innamorata per la prima volta e la mamma Carolina se ne era accorta senza che lei gliene avesse parlato. Così, nel vederla triste e sognante, con il sottofondo del brano di Rita Pavone Cuore, la mamma la aiutò a confidarsi fra balli e canti, risate e lacrime. Giastin chiese alla mamma come fare ad accorgersi di essere innamorati e lei rispose:

 “Semplice Giastin, ti batte forte il cuore, ti tremano le gambe” e lei: “Mamma, ma così è una fregatura per me (…) ho sempre l’aritmia e le mie gambe non si muovono…”, (…) “Giastin, te ne renderai conto anche senza sentire le tue gambe, penserai a lui, vorrai sempre vederlo e via dicendo” e lei “Sai mamma, di me non si innamorerà mai nessuno.” ed io le risposi: “Vedi tesoro mio, chi ti amerà sarà per sempre, perché si innamorerà della tua anima.” e lei: “Sai mamma, mi piace un ragazzo ma anche se mi dicesse che mi ama io direi di no; sai per me la vita è bellissima, qui in questa casa; non uscire per nove mesi per me è tutto normale e bello, ma per lui sarebbe una prigione. E’ meglio che non si innamori nessuno di me.” L’abbracciai forte, sentivo che stava male, io non potevo aiutarla, così mi disse: “Grazie mamma, tu capisci sempre tutto”. L’indomani si fece dare una nuova tela, voleva dipingere e così le diedi tutto; dopo un po’ mi chiama e mi dice: “Mamma, questa sei tu”. Guardando la tela le dissi: “Non credevo di essere una palla”, lei scoppiò a ridere: “Ma che dici mamma”. Mi spiegò il dipinto e mi disse: “Tu sei la mia luce nella tempesta, grazie per ieri mamma, ho capito tante cose” ed io: “Che sei innamorata” e lei: “Una cottarella, saprò di essere innamorata solo quando sento che lo amo, non dico come Gesù, ma si deve avvicinare. Per ora il mio fidanzato è Gesù” e poi ridendo disse: “Gesù, dopodomani è San Valentino, che mi regali?”.

(Tratto da Rosaria, Giastin e Cosimo Gravina, I tre vulcani della gioia)

Il quadro, quindi, rappresenta una tempesta in cui appare il sole a placarla, ma rispetto agli altri quadri, il sole non è Dio, ma la mamma Carolina. Dallo sfondo blu scuro, con un vortice, il sole espande la sua luce con fasce lineari che si fondono con il cielo creando delle sfumature a linee orizzontali di azzurro, che gradualmente passa dal centro più chiaro ai bordi neri. Il sole dolcemente sospinge indietro l’oscurità che sembra indietreggiare formando delle curve, come il sipario di un palcoscenico che si apre. I colori sono molto corposi e la stesura distesa e lineare restituisce allo sguardo  serenità e pacatezza. La firma è posta nel fascio di luce azzurra centrale, ad indicare la sua sapiente capacità di riconciliarsi con se stessa dopo essersi lavata in un amore più grande, passando per la sofferenza, ma uscendone con animo erto e proteso verso Dio.

Misura
30x40
Collezione
Collezione privata
Tecnica
Olio su Tela
Anno
2002
Luogo
Verona

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