Questa tela, esposta nel corso della sua seconda mostra del 2003, esprime che, attraverso i suoi dipinti, Giastin potrà volare nelle case di altre persone a portare la gioia che aveva in cuore.
L’alberello soggetto principale di questa tela, rappresenta il corpo di Giastin, curvo e abbattuto a causa della malattia, ma sollevato e redento dalle piaghe di Cristo. L’alberello genera vita con i suoi rami ricoperti di foglie e si solleva verso l’alto come per spiccare il volo. Le curve del tronco non sono un ostacolo: due rami principali si estendono verso il cielo come ali risplendenti della luce dello Spirito Santo.
Qui la sua firma è nel cielo, perché Giastin si sentiva già in cielo, cioè nella vera vita.
Questo è uno dei pochi dipinti in cui non abbiamo la presenza dell’arancione, suo colore preferito. Qui spiccano le tonalità fredde del verde ed in particolare dell’azzurro, che per lei è simbolo della spiritualità.