La famiglia Gravina trascorreva il periodo dell’anno che va dall’autunno alla primavera in casa a San Marco, per evitare che i tre fratelli, Rosaria Giastin e Cosimo, contraessero le normali malattie respiratorie che sui loro corpi malati si trasformavano in patologie molto gravi che avrebbero potuto portarli alla morte. L’estate rappresentava per loro un periodo dell’anno meraviglioso durante il quale poter uscire, stare all’aria aperta e andare al mare. Ogni anno i loro genitori affittavano un appartamento piuttosto grande al mare, di solito a Marina di Lesina, dove trascorrere le vacanze insieme a tutti gli amici che desideravano unirsi a loro. La gioia e il divertimento erano grandi e questa tela intitolata Infinito, può farci immaginare il senso di libertà e gioia che Giastin e i suoi fratelli provavano nello stare al mare dopo un freddo inverno chiusi in casa.
Il quadro si intitola Infinito perché, quando Giastin era in mare, riusciva a muoversi autonomamente e desiderava così tanto prolungare all’infinito quella sensazione di libertà che le dava il movimento autonomo da non voler mai terminare il bagno. Bisognava litigare per farla uscire dall’acqua!
In questo quadro primeggia al centro la sua parte umana, che è rappresentata dal mare, dove appone la sua firma, mentre il sole, che rappresenta Dio, è decentrato, anche se i suoi raggi luminosi fanno risplendere con bagliori chiarissimi, il blu acceso del mare e il nero degli scogli.
Il cielo ha i colori dell’alba che Giastin amava ammirare svegliandosi spesso alle tre del mattino per recarsi sulla spiaggia a vedere il sole sorgere dal mare. E davanti a questa immagine anche noi possiamo ammirarlo attraverso il suo sguardo pieno di amore e di meraviglia.
- Misura
- 20X30
- Collezione
- Collezione privata
- Tecnica
- Olio su Tela
- Anno
- 2002
- Luogo
- San Marco in Lamis