La Trinità

Dicembre 2003 - Olio su tela, 70X120 cm, Collezione privata
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La Trinità

Title:

Description:

Giastin era solita preparare qualsiasi evento per tempo perchè era cosciente che la sua vita poteva finire da un momento all’altro. Così, alcuni mesi prima che sua madre Carolina compisse quarant’anni, le domandò quale regalo preferisse ricevere da lei per il suo compleanno. Giastin pensava di usare il suo salvadanaio per comprarle un dono che le sarebbe rimasto per sempre, un oggetto prezioso in oro ad esempio. La mamma, invece, le chiese una tela molto grande (70X120 cm), che rappresentasse la Trinità da appendere a capoletto. In un primo momento Giastin si illuminò in viso per la gioia, ma quando seppe delle dimensioni impallidì per il timore di non riuscire ad ultimare il lavoro per il giorno della festa.  Carolina la incoraggiò dicendole di non avere fretta; che non era importante completare il quadro per il giorno del suo compleanno e che le bastava sapere che lo stava dipingendo per lei. La ragazza accettò la sfida con se stessa e si mise a lavoro: una tela così  grande non l’aveva  mai realizzata. Per raggiungere le parti della tela più distanti, fece creare una prolunga al pennello da tenere in bocca e guidare con l’aiuto della mano.

La tela fu completata in sole due settimane! La sua grande forza di volontà non si era abbattuta davanti a questo ostacolo: mai rinunciava ad un traguardo senza aver prima tentato il tutto per tutto per raggiungerlo e questo la sua mamma lo sapeva bene.

Descrizione

Gesù, il Figlio, è rappresentato in questa tela dall’albero: un albero spoglio, perché nella sua vita terrena ha dato tutto se stesso per amore, senza trattenere nulla di sé. Il tronco tortuoso e massiccio, che sembra essere quasi in movimento, suggerisce un’idea di grande forza e vitalità, mentre i rami si dilatano in tensione verso lo spazio circostante occupandolo quasi per intero, come Gesù che con il suo amore ha abbracciato tutta l’umanità.  Le tre radici che emergono dalla terra hanno un valore simbolico e affermano che la vera forza dell’ operato di Cristo è l’unità con il Padre e lo Spirito Santo. Nel dipinto Dio Padre è raffigurato dalla terra, ampia e verde, anch’essa brulicante di vita, che genera il figlio e gli dà nutrimento attraverso radici robuste e ben aggrappate ad essa. Le sue dolci ondulature rotondeggianti richiamano nella forma la circonferenza nettissima del sole, posto esattamente dietro all’albero, che simboleggia lo Spirito Santo. Il sole spicca nella sua luce chiarissima unendo con bianchi riflessi albero e terra. Giastin voleva così sottolineare che l’Amore puro dello Spirito Santo unisce il Padre e il Figlio.

In una pagina del diario, scritta il 15 febbraio del 2004, pochi giorni prima di morire, Giastin spiega che valore ha il sole in tutte le sue tele:

…Nella maggior parte dei miei quadri c’è raffigurato il sole, che per me rappresenta Dio, come colui che è al di sopra di tutto, come fonte di vita, come qualcosa di cui non si può fare a meno. Lo disegno sempre al centro perché è al centro della vita di tutti. Io spero sempre di trasmettere questo. Spero che dopo aver visto i miei quadri qualcuno accolga Dio nel suo cuore.

I colori scelti, intensi e brillanti, creano una forte unitarietà fra tutti gli elementi, che restano ben distinti l’uno dall’altro per la semplicità e la linearità del disegno, come sono distinte fra loro le tre persone della Trinità. La luce dello Spirito Santo invade il cielo rendendolo giallo oro, colore che per Giastin significa gioia di vivere.

L’albero è stato utilizzato da sempre nelle produzioni artistiche, dalle più antiche alle più recenti, con un valore simbolico. E’ un’immagine naturalistica che rimanda facilmente alla figura di Cristo ponte fra Dio e gli uomini, per il forte legame alla terra e la sua espansione verso il cielo. L’albero della vita, ad esempio, è una delle rappresentazioni più diffuse e conosciute fin dal Medioevo, quando l’albero si identificava spesso con Cristo e con la croce. In questo dipinto di Giastin le radici non sono nel mondo terreno, ma in Dio e i rami illuminati dallo Spirito Santo vanno incontro allo spazio, cioè all’umanità.

Giastin amava in particolare Van Gogh, e lo aveva studiato con passione. In lui apprezzava le scelte cromatiche e la tecnica di sovrapposizione di più strati di colore. Il grande autore fiammingo ha rappresentato alberi in diversi dipinti, ma Giastin non si identificava in nessuna corrente pittorica, né associava la sua arte ad alcun pittore. Lei stessa in una lettera ad un suo amico di nome Antonio si definiva così:

…Io sono una pittrice acerba, ma il mio linguaggio tu l’hai capito pienamente, infatti io cerco sempre di esprimere l’amore nei miei quadri, quell’amore che provo per la mia vita, la vita che vivo ogni giorno, ed ogni giorno mi regala nuove emozioni… Spero che ogni persona non mi identifichi in una tecnica o in una forma, ma in tutto l’amore per la vita che c’è in ogni figura, che sia astratta o paesaggistica.

Notiamo, infine, il luogo dove Giastin appone la firma nei suoi quadri, diverso da tela a tela perché legato alla parte del quadro in cui più si riconosceva in quel momento. Qui la firma è posta nella terra, cioè nel Padre, a confermare la consapevolezza di Giastin di essere fatta a immagine di Dio.

Misura
70x120
Collezione
Collezione privata
Tecnica
Olio su tela
Anno
2003