Il 28 febbraio 1980 partorivo il mio primo figlio e tutto doveva essere gioia, ma così non fu: la morte si presentò senza nessun preavviso e quel figlio atteso per 9 mesi nasce morto, il cordone ombelicale gli è stato fatale. Scomparve la gioia dell’attesa, c’erano solo lacrime e rabbia. Si tanta rabbia che non mi faceva vedere più niente di buono. Uscita dall’ospedale incontrai un bambino diversamente abile e dissi a Dio: “Credi che se non me l’avessi dato così, non avrei saputo amarlo?”. Tornata a casa con Giuseppe smontammo la culletta, conservammo il corredino e alla fine ci stringemmo nel nostro amore e ci siamo detti: “BISOGNA RICOMINCIARE, INSIEME CE LA FAREMO”.
Tratto dal libro :
“Rosaria, Giastin e Cosimo Gravina
Tre petali di rose
Tre vulcani testimoni della gioia”