Il 2 Agosto, per la festa del Perdono, Giastin si reca in vacanza ad Assisi con la sua famiglia per una settimana in occasione della rappresentazione del musical “Il saio di Francesco”, scritto da don Ricciotti ed Angelo Gualano e recitato dai ragazzi della parrocchia di San Marco in Lamis.
La sua passione per la bellezza della natura trova piena soddisfazione nei colori e nella dolcezza dei paesaggi umbri. Dal finestrino della macchina osserva i campi e le colline ondulate e rimane colpita dai colori vivaci di un campo di lavanda e di un campo di papaveri. Appena tornata a San Marco in Lamis, dipinge queste due tele ovali per conservare per sempre il ricordo di quei luoghi incantevoli. Fotografa con gli occhi i due paesaggi e li riporta esattamente così com’erano. Essi rispecchiano il desiderio di libertà di Giastin che la portava a spaziare libera con lo sguardo e con la mente fra un campo e l’altro senza separazioni e steccati. La sua è una visione unitaria sul tutto, come se lei stesse volando sul mondo. Attraverso i suoi quadri Giastin desiderava richiamare l’idea del sogno e per questo prediligeva i colori chiari rispetto a quelli scuri, scegliendo l’azzurro per le montagne anziché il marrone o il grigio.
LA LAVANDA
Nella tela “La lavanda”, stesure di colori accesi e contrastanti, che ricordano Van Gogh, pittore che Giastin amava, distinguono nettamente quattro piani: dal marrone della terra all’estremità in basso, si passa al viola luminoso e profondo della lavanda che risalta fortemente grazie all’accostamento con il giallo vivo del campo sovrastante, per terminare con l’azzurro del cielo in cui si fondono le montagne. Il verde scuro della vegetazione fa da trait d’union fra le diverse campiture. Tre tronchi in lontananza, uno più indietro in dissolvenza, due più grandi davanti quasi sullo stesso piano, abitano il campo giallo. Forse rappresentano proprio loro tre, Rosaria un po’ più indietro perché era già volata al cielo, Giastin e Cosimo avanti sulla stessa linea. La sua firma è nel giallo, ovvero nella luce, che è presenza di Dio nel mondo.
I PAPAVERI
Anche “I Papaveri” sono suddivisi da quattro piani di colori brillanti: il verde dell’erba è accostato al rosso dei papaveri e al giallo segue il blu diluito del cielo. Nel campo di papaveri si distingue una casetta, senza finestre nè porte, luogo chiuso in cui lei si riconosce perché appone la sua firma proprio lì, come a voler rimarcare il suo “essere nel mondo ma non del mondo”.
- Misura
- 30x40
- Collezione
- Collezione Privata
- Tecnica
- Olio su tela
- Anno
- 2002