Rosaria ebbe una delle tante polmoniti che l’hanno accompagnata nella vita, così, con Giuseppe, decidemmo che appena uscita dall’ospedale avrebbe fatto la prima comunione. Come le abbiamo dato questa notizia è rifiorita, ma ci fu fatta una strana richiesta da parte sua, ci disse: “Mamma, papà, io la mia prima comunione voglio farla nella cappella dell’ospedale” e io ho subito risposto:”Rosaria, ci stiamo sempre in ospedale, almeno un giorno di festa andiamo da un’altra parte”, e lei: “Mamma, non ti sei accorta che quando scendiamo in cappella li ci sono solo persone che piangono? Io vorrei donare a Gesù un giorno di gioia e di festa” e così fu. Chiedemmo il permesso al nostro parroco che ci concesse di poterla fare lì. Rosaria non si era sbagliata: fu un grande evento per pazienti, personale e per Gesù. La sera, prima di dormire, disse: “Mamma, sono tanto felice, vorrei che tutti i bambini fossero felici come me, oggi Gesù ha sorriso tanto”.
(Tratto dal libro: Rosaria, Giastin e Cosimo, i tre vulcani della gioia, edizioni Messaggero Padova)